
Le forti piogge cadute negli ultimi giorni e soprattutto quella di questa notte preannunciavano la seconda edizione del Trail dei Brac davvero al limite con assicurato fango e umidità. Arrivati nella zona della partenza ci rendiamo conto di essere in netto ritardo ma grazie allo slittamento di 15 minuti per motivi tecnici ecco che io e Michele "Fox" ci siamo preparati in fretta e furia mentre la Manuela più tranquillamente attendeva lo start della gara di 13 km. Il via nel piccolo paese di Valmareno (Tv) 249 m.s.l.m. con un risicato numero di atleti a dar vita a questo tracciato davvero insidioso e duro. Bastano pochissime centinaia di metri che subito ci si trova a salire su di uno sterrato che arriverà a costeggiare Castelbrando il famoso castello di Cison di Valmarino. Sterrato, sentiero, pietre e qualche tratto bagnato ma niente di strano. Verso il 5° km però le cose sono cambiate di colpo e dopo una breve discesa davvero molto ripida tutto é diventato più tecnico e con la pioggia che nel frattempo aveva ricominciato a scendere copiosa. Fatica, tantissima fatica anche se il peggio era ancora distante e quindi non ci restava che andare su in un sentiero tanto impegnativo quanto meraviglioso. Arrivati poco sotto Praderadego 910 m.s.l.m. leggera discesa verso destra quasi ad illudere ma 200 metri dopo ecco l' inizio del sentiero che porta al Col de Moi e qui...l' inferno! Man mano che si proseguiva la pioggia aumentava di intensità e il fondo scivoloso richiedeva attenzione mentre si stava per giungere al punto più impegnativo dell' intero tracciato. Proprio dopo aver iniziato ad affrontare la salita che porta alla cima, Michele ha iniziato ad avere dei momenti di sconforto ma l' ho tranquillizzato che una volta raggiunto il punto più alto poi le cose sarebbero cambiate di sicuro. Confermo però che la situazione non era affatto facile soprattutto nella zona esposta anche perché oltre alla pioggia abbiamo anche dovuto fare i conti che il vento che aumentava sempre di più. Avanzando Michele ha continuato a subire una crisi dovuta alla fatica e molto probabilmente al calo di zuccheri ma il problema maggiore era dato dalle condizioni climatiche dato che eravamo stati investiti dalle nuvole basse, fredde e umide e da delle vere e proprie raffiche di vento che mi stavano davvero preoccupando. Per cercare di recuperare, Michele continuava a fermarsi facendo delle soste ma in quelle condizioni si rischiava di prendere una botta di freddo e quindi di peggiorare le cose e così, a malincuore, ho dovuto spronarlo in modo molto deciso perché le cose erano 2:o si saliva sulla cima arrivando così a poter riprendere la corsa verso valle oppure restava solo il ritiro!
Altimetria del percorsoTrail dei BracLa volpe della marca ha compreso, stretto i denti e dopo aver nominato e rinominato il nome di Dio invano (soprattutto io) eccoci arrivare nella cima del Col de Moi a 1358 m.s.l.m. C'é da sottolineare però il grande aiuto del popolo dei trail verso Michele con gel di zuccheri offerti e antivento prestato giusto per far capire il clima che regna in questo tipo di gare. Da qui abbiamo iniziato ad affrontare una discesa molto scivolosa che era l' inizio del tracciato che portava a Praderadego. Finalmente ho ricominciato a sentire le mani che ormai erano diventate viola dal freddo e oltretutto in più di una circostanza il fondo insidioso ha rischiato di farmi saltare un crociato.L' idea che il peggio fosse andato mi dava buone sensazioni. Michele piano piano si stava riprendendo e così quando allungavo un po' mi fermavo aspettandolo perché una bella amicizia é più importante di qualsiasi cosa. Transito a Praderadego e the caldo che arrivava come manna per il popolo ebraico e temperatura sempre più vicina al normale.
Ormai le difficoltà maggiori era dettate dal fango e in uno dei sentieri che portavano a valle ho fatto un bel ruzzolone. Quando pensi di averla scampata ecco un altro tratto impegnativo tra sassi e fango ed io che con un' altra scivolata da panico vado giusto dentro ad un cespuglio di rovi! Il percorso continuava a scendere ma non sono mancati nuovi tratti di salita che con la stanchezza accumulata certo non aiutavano psicologicamente ma la bellezza del bosco, degli scorci e della natura regalavano momenti contrastanti. Ultimo tratto sempre con un occhio dietro per vedere che Michele fosse al passo e finalmente dopo 3:47:08 eccoci passare sotto al traguardo. Dura, dura davvero anzi durissima! "E' un' avventura- dicevo a Michele- un' avventura che racconterai ai tuoi colleghi domani" ma di sicuro mi sono reso conto in più di una situazione che il non aversi fatto male oggi era da considerare il premio più grande. Tracciato molto impegnativo con qualche punto che ricorda più una sky race che non un trail ma alla fine questo é il Col de Moi, queste sono le Prealpi trevigiane e quindi giù il cappello a tutti gli atleti che oggi sono riusciti a correre questa gara.
Pasteo vi saluta e vi augura good run
Prima parte del racconto da inferno dantesco. 3h e 47 significa che avete messo nelle gambe un'altra maratona, GRANDI!
RispondiEliminaMichele è uno scheletro, ma mangia? :))
ciao ho fatto anche io il trail ieri e ci ho messo praticamente lo stesso tempo.
RispondiEliminaChiedo a te e a chi c'era: a fine corsa il mio gps mi dava un dislivello quasi da 2.000 (praticamente il Transvicetta).
Quando ho visto il dato ho strabuzzato gli occhi. Ti chiedo: è un dato che hai verificato pure tu oppure il gps non ha funzionato bene?
Ti ringrazio e ti saluto
Andrea
@ Giovanni56 Michele ha un fisico da gara veloce :-) Invidabilissimoooooo
RispondiElimina@ Andrea E' vero!!!Il mio garmin dice 24 km 1900 metri di dislivello circa. Mahhh...magari é andato fuori pure lui
:-)
Anche la 13 Km non era male, ho impiegato circa 1h 45, dopo due anni che non correvo più.
RispondiEliminaComplimenti a tutti!